Alcamo story                                 

by Andrea Aguanno

I

Ad Alcamo, si dovette attendere la fine della grande guerra, anzi la metà degli anni venti per registrare le prime manifestazioni sportive. Ma non si trattò di niente di ufficiale, solo iniziative goliardiche caratterizzate dal più ingenuo ed entusiastico pionierismo.

A promuoverle furono soprattutto gli studenti, che organizzarono così le prime gare di atletica e le prime partite di calcio. E per il calcio s’improvvisò anche un campo, alla Gebbia su un terreno di proprietà del farmacista Manno ( che convinto dalle proprietà "terapeutiche" dello sport fu ben contento di adibire una sua proprietà a rudimentale stadio del football). Animatore fu l’ingegnere Frescobaldi, temporaneamente ad Alcamo per la realizzazione della stazione ferroviaria. Fu un calcio goliardico, fatto di polvere e sudore, che non mancò comunque di creare i suoi personaggi, uno su tutti Mario Rubino, portiere, che ancora oggi viene ricordato per le sue acrobatiche parate, col suo maglione bianco, nel suo stile inconfondibile.

Il regime fascista, frattanto, che nello sport vide la concretizzazione degli ideali classici di prestanza ed armonia fisica, nonché uno strumento di propaganda, attuò una politica di promozione ludico - motoria incentrata sul piacere del giocare a pallone.

Così sempre più gente si avvicinò al calcio, che fra tutte le discipline fu quella che stimolò maggiormente i ragazzi che videro nella vicina Palermo una delle città più attive nella costruzione di una società.

All’attività spontanea ed improvvisata si sostituì ben presto anche ad Alcamo, quindi, quella organizzata. Nacque la prima vera società di calcio: l’Unione Sportiva Alcamo. Ne fu Presidente Marco Rocca, uomo di grande entusiasmo per lo sport e dotato di notevoli risorse economiche.

... Ma il campo della Gebbia diventò ben presto insufficiente, per cui se ne creò uno nuovo, in piazza Umberto I, l’attuale piazza della Repubblica, in uno spazio adiacente il castello dei Conti di Modica (1928). Il campo venne inaugurato con una vittoria (1-0) sul Calatafimi. Questa fu la prima storica formazione degli alcamesi a scendere sul nuovo campo: Fundarò, Cassarà, Salato, Di Lorenzo, Fundarò II, Amodeo, Ferrara, Faraci, Dixit, Campo ed Amodeo II.

Il match, insignificante sotto il profilo dell'importanza sportiva, assunse i connotati di un inizio di una nuova epoca. L’anno dopo, con Cutrera allenatore, si partecipò alla Coppa Arpinati, dal nome dell’allora presidente della Federcalcio, nonché fondatore del quotidiano sportivo "Il Litorale", poi Corriere dello Sport.

La società si diede intanto da fare per organizzare strutture organizzative sempre più efficienti e nel giro di soli tre anni entrò nell’orbita nazionale, acquisendo i diritti a partecipare al campionato di PRIMA DIVISIONE (corrispondente alla serie C1 di oggi), nato dalla riforma dei campionati federali voluta da Pozzo (C.T. della Nazionale Italiana) e da Arpinati nel 1930.

Avversarie dell’Alcamo furono squadre gloiriose e che tuttora militano in Serie A e B come il Savoia, la Salernitana, la Reggina, poi la Juventus Trapani, il Cosenza, la Palmese ed il Benevento. Per l’occasione, gli alcamesi si affidarono a giocatori di notevole talento come Fallai, Ialbo, Tosi, Sacco, Giorda, Troia, Reveland e Settineri: giocatori che, negli anni successivi, calcarono anche i campi più prestigiosi d'Italia.

Quella squadra giocò un calcio spettacolare e suscitò molto entusiasmo fra la gente comune. Entusiasmo che purtroppo fu destinato a scemare di lì a qualche anno. Infatti difficoltà economiche (si parlò allora di un impegno personale del presidente Rocca di circa 50.000 lire) costrinsero l’U.S. Alcamo ha ridimensionare la propria attività, fino allo scoppio della II guerra mondiale.

 

Dopo la parentesi bellica, in pieno clima di restaurazione, si tenta di riorganizzare la società e ricostruire la squadra. Intanto il campo di piazza Umberto, trasformato, in arena, è inutilizzabile. L’esigenza di un nuovo stadio porta alla realizzazione del "Maroso", nato fra l’altro dalle macerie di un cimitero salesiano, intitolato col nome di un famoso giocatore del grande Torino vittima della tragedia di Superga, dove persero la vita tutti i componenti della squadra granata. La società però stenta a darsi una solidità economica, tant’è che viene esclusa dal campionato di Prima Divisione del ’49 per non avere provveduto in tempo al versamento della quota d’iscrizione, e così, ci si deve accontentare di partecipare alla Seconda Divisione, cui aderisce anche un’altra società alcamese la S.S. Fiamma, società distintasi nei due anni precedenti a livello di campionati juniores.

Altre partecipanti sono il Marsala B, la Juventus Trapani, il Salemi, la Folgore Castelvetrano, la Trinacria Marsala, ed il Mazara. Tra i giocatori più rappresentativi di quel periodo ricordiamo Di Falco, Gugliermini, Pitrè, Li Volsi, Cammarata e Marchese. A Saverio Rocca, che ha presieduto la società nell’immediato dopoguerra e successo Giuseppe Palazzolo (Con Mariano Salato direttore sportivo).

Seguiranno (siamo nei primi anni ’50) le gestioni di Angelo Mistretta e di Carlo Serra. Ma le difficoltà economiche si acuiranno, e così dopo un quarto di secolo l’U.S. Alcamo cessa la propria attività.

Per il calcio sono tempi grami. E non solo ad Alcamo. Tra gli interessi degli italiani e il ciclismo grazie ai suoi eponomi, Coppi e Bartali, a godere dello spazio maggiore.

Questa realtà si riscontra, sia pure in misura minore anche qui, ed infatti il ciclismo alcamese esprime la sua prima società: è il 5 maggio 1949, su iniziativa del giornalista Cesare Bucciante, nasce la Pedale Rinascita con Mariano Salato (un nome che torna spesso sulle pagine dello sport alcamese) presidente e Franco Dixit segretario.

L’attività si articolerà lungo quattro stagioni, trovando in Leonardo Bonì ed Ignazio Blunda le sue espressioni migliori. Lo stesso Salato crea nel ’55 una nuova società: la Libertas, che terrà in attività fino al ’59. E a partire proprio dal ’55, per una decina di anni, le figure di primo piano saranno Longo e Filippo Salato, figlio di Mariano, campione regionale esordienti (a Messina) e terzo ai campionati italiani di categoria a Biella. Dopo di loro il ciclismo alcamese vivrà un lungo periodo di stanca.

Gli anni sessanta

Riapriamo il capitolo calcio. Un anno fondamentale è il 1957. L’ambiente sportivo è in fermento, perché si vuole colmare il vuoto lasciato dalla U.S. Alcamo e per iniziativa di un gruppo di calciofili (Cutino, Rocca, Cudia, Guarrasi, Lombardo, Dixit e Lo Monaco) si costituisce l’ASSOCIAZIONE CALCIO ALCAMO, dove viene eletto presidente l’avvocato Gaetano Bonì con Natale Cudia segretario.

Si partecipa al campionato di Seconda Categoria sotto la guida tecnica di Bonanno e Feotto. Appena un anno, e con Badii allenatore si vince il primo campionato. Intanto la vivacità organizzativa registrata in quel periodo si concretizza nella fondazione della JUVENTINA ALCAMO, una società che ruota attorno ad Onofrio Cilluffo, la figura più emblematica tra i dirigenti del calcio alcamese di ogni tempo. Dopo la promozione, l’Alcamo è affidato a Gino Colaussi, triestino, ex ala sinistra della Nazionale campione del mondo 1938. La scelta dell’amministrazione Bonì è indovinatissima: Colaussi riesce a sprovincializzare l’ambiente, suscita entusiasmi e soprattutto ottiene la promozione in SERIE D al secondo tentativo (’60 - ’61), sotto la presidenza di Vincenzo Rocca. La prima esperienza in D è pero tutt’altro che felice, infatti alla fine del campionato, durante il quale Colaussi viene esonerato dal nuovo presidente Giorlando, si retrocede ...

Inizia così un periodo caratterizzato da una notevole instabilità societaria: in cinque anni dal ’62 al ’67 cinque diverse gestioni, due delle quali di tipo commissariale, con il Dott. Gino Milana. Di questo quinquennio va comunque ricordato il campionato ‘63-’64 in cui l’Alcamo (con Alesi presidente ed Antolini allenatore) sfiora la sua seconda promozione in quarta serie, infatti dopo avere vinto il primo spareggio con il Cantiere Navale di Palermo perde quello decisivo con la Massiminiana Catania.

In D si torna invece, ma d’ufficio in virtù della ristrutturazione dei campionati federali del 1967. Alla presidenza è l’ingegnere Impellizzeri, in panchina ancora Colaussi. Soddisfacente la prima stagione, nonostante le circostanze determinate dal sisma costringano l’Alcamo a fare a meno dello stadio "Maroso", divenuto una tendopoli. Deludente invece la seconda, conclusasi con la retrocessione.

In Promozione si resterà per sei campionati, cioè fino al 1975. Ma al di là di queste alterne vicende, la fine degli anni sessanta è legata alla fioritura di numerosi talenti locali fra i quali vanno certamente citati Paolo Mangiapane, Castrenze e Giovanni Vaccaro, Sergio Stellino, Messina ed Adamo. I primi tre caratterizzeranno il calcio alcamese per tutto il decennio successivo diventandone i personaggi più carismatici.  

Il boom degli anni settanta

Nel panorama dello sport alcamese, altre discipline si creano via via il loro spazio. È il caso del basket, che trova sempre più consensi, specie negli ambienti studenteschi. A rappresentare i colori alcamesi a livello provinciale fino a quello nazionale dopo la Di Gregorio negli anni sessanta, sono l’Olimpia, la Don Bosco, e l’Alcamo femminile (fondata dal professore Lino Scalzo).

Nel ’73, al vertice dell’ A.C. Alcamo sale il prof. Giuseppe Lauria, e in panchina siede Natale Casisa. La nuova gestione manca di un soffio la promozione in serie D, perdendo lo spareggio a Barcellona, nel maggio ’74, col Terranova Gela. Ma bisognerà attendere solo un anno. Il ritorno tra i semiprofessionisti diventa realtà l’anno dopo, al termine di un campionato condotto con grande autorevolezza e pieno di record (basti citare quello delle 18 vittorie consecutive, tuttora imbattuto). Questi gli undici artefici del trionfo: Ferro, Giovanni Vaccaro, Lo Porto, Ingrasciotta, Cintura, Sposito, Falce, Enzo Vaccaro, Catalano, Lo Manto e Billeci. 1975: rieccoci, dunque, in serie D. Guidata ancora da Natale Casisa l’Alcamo da matricola terribile, diventa in pochi mesi la squadra leader del campionato.

Per una dialettica misteriosa, antagonista dei bianconeri è ancora il Terranova Gela, sul quale però dopo due anni l'Alcamo può prendersi una bella rivincita. Il campionato è tiratissimo, la promozione in serie C, avviene allo sprint, decisiva si rivela la vittoria a Ragusa, proprio all’ultima giornata. È il 30 maggio 1976, l’Alcamo è promosso in SERIE C, è uno dei momenti più grandi della storia calcistica bianconera. Questi una delle formazioni - tipo artefice del successo: Ferro, Todaro, Lo Porto, Cintura, Di Benedetto, Sposito, Falce, Garofalo, Vaccaro C., Lo Manto e Billeci. Anche la JUVENTINA ALCAMO di Cilluffo, frattanto, compie il suo salto di categoria (ottenendo la "promozione" in PROMOZIONE), mentre le altre società alcamesi (AUXILIUM, JUVE GEMINI, JUVENTUS, DON BOSCO e BONIFATO) si danno un gran da fare nei campionati di Seconda e Terza Categoria.

In serie C, l’Alcamo parte male. Silurato dopo otto giornate Casisa (arrivederci e grazie), Lauria chiama Lombardo e Carlo Matteucci. La squadra incomincia a giocare alla grande, scala diverse posizioni in classifica, ottenendo anche degli imprevisti exploit, come il doppio successo con il Bari e la vittoria con il Crotone. Il tutto, però, alla fine, sfortunatamente rivelerà puramente accademico, infatti si pagherà il brutto avvio con una amara retrocessione per differenza reti.

Stagione ‘77-’78. La riforma dei campionati, con lo sdoppiamento della serie C in C1 e C2, da all’Alcamo una comoda promozione, per la quale è sufficiente il quarto posto conquistato in serie D. Per la C2 è richiamato Carlo Matteucci, ha inizio l’ultimo triennio della presidenza Lauria. È inizia bene, con una formazione di ottima fattura che sfiora la promozione in serie C1, piazzandosi terza alle spalle delle promosse Rende e Siracusa. Nello stesso anno va ricordata Maria Concetta Torregrossa, figlia del professore Giovanni tecnico di calcio ed atletica, che batte il record regionale degli 800 metri per la categoria allieve. Tornando al calcio ed all’Alcamo, nei due campionati successivi la società ridimensiona i propri programmi: unico obbiettivo diventa la permanenza in C-2. La si ottiene in entrambi i casi, con qualche patema, ma sempre con dignità. Gli anni successivi ‘81-’82 (13° posto), ‘82-’83 (14° posto), ‘83-’84 (14° posto), vedono il declino dei bianconeri che retrocedono nell’Interregionale nella stagione ‘84-’85, in Promozione nel ‘85-’86, e in Prima Categoria nella stagione successiva (1986-87), un triplice salto all’indietro, causato da problemi economici, che non può che lasciare sbigottiti ed amareggiati tutti i tifosi alcamesi.  

Da notare unico elemento positivo la realizzazione, nella seconda metà degli anni Ottanta, del nuovo stadio
intitolato a Lelio Catella.

Gli anni novanta

A far rinascere il calcio alcamese ci pensano due giovani presidenti Giuseppe Balì e Giuseppe Tagliavia, coadiuvati da ottimi dirigenti come Dara, Galante e Rocca, che portano l’Alcamo in PROMOZIONE nella stagione ‘89-’90, dopo un bellissimo campionato. Quella non fu una vittoria, ma un autentico trionfo. L’Alcamo trionfò con sette punti di vantaggio sul Terrasini di De Petrillo, ottenne 50 punti sui sessanta disponibili, 66 reti segnate con una media superiore ai due gol a partita, 21 vittorie su trenta gare, una sola sconfitta e il record d’imbattibilità stabilito: 24 gare senza sconfitte. Queste le cifre di quel trionfo e questa una delle formazioni schierate dal mister Buffa, in quella magnifica annata: Dara, Lombardo, Coraci, Greco, Chinnici, Segesta, Blunda Nicola, Vesco Maurizio, Procida, Volpes e Maniaci.

Nella successiva stagione, nel campionato di Promozione, i bianconeri ottengono un brillante ottavo posto finale.

Ovidio Perra, conosciutissimo costruttore alcamese, rileva la società nell’estate 1990, e tenta il passaggio nell’Interregionale, che gli sfugge per poco, infatti i bianconeri guidati da Mario Possamai, vincono il loro girone, dopo una lunga battaglia col Bagheria, ma purtroppo perdono lo spareggio ad Agrigento, col Sant’Agata (vincitrice dell’altro girone) per 2-0. Tra i giocatori più rappresentativi giova ricordare Milella, Brugnano, Pinto, Mattiolo, Adragna e Capizzi, giusto per fare qualche nome. Nei due anni successivi, l’Alcamo, disputa due buoni campionati nell’ECCELLENZA, ottenendo un quinto (‘91-’92) e un terzo posto nel ‘92-’93. In questi tre anni i bianconeri lasciano il vecchi stadio "Maroso" (ribattezzato poi Don Rizzo) per giocare nel nuovo stadio "Lelio Catella" (intitolato col nome dello sfortunatissimo giocatore alcamese scomparso).

Gli anni ottanta-novanta sono caratterizzati dal boom del basket locale, prima maschile e poi femminile. Alla fine degli anni ottanta entusiasma il derby di serie D maschile fra la "vecchia" Olimpia (fondata nel ’73) e la "nuova" Virtus, società fondata alle soglie degli anni ottanta da un gruppo di giovani appassionati cestisti, fra i quali Ennio Piccolo, Manlio Vesco, Ferrara, Fundarò ed Attilio Stellino (attuale presidente). Entrambe le società disputano campionati di altissimo livello in serie D, fra i quali spiccano i seguenti giocatori: Gianluca Di Franco, Dario Piccolo, Alessio Lanzarone, Francesco Messana, Pietro Messana, Manlio Fundarò, Francesco Vesco, Olivieri, Crisci e Riparia.

Ma da lì a poco queste due squadre andranno a vivacchiare nell’anonimato campionato di Promozione, che comprende anche altre squadre alcamesi come il DON BOSCO, BELVERDE e Pallacanestro ALCAMO.

Col basket femminile, invece, si ha la rinascita dello sport alcamese, prima il BASKET ALCAMO (Fiat Ferrara) e poi la neonata SPORT CLUB ALCAMO (Sicilgesso) calamitano gli interessi degli sportivi alcamesi, delusi dal calcio. E per il basket viene costruito un piccolo palazzetto in contrada TRE SANTI, che sostituisce quello di via Verga divenuto insufficiente. La SICILGESSO, sotto la guida di Vito Pollari addirittura, dopo due campionati di serie C, e due di serie B, compie il grande salto conquistando la SERIE A-2, dove nella stagione ‘92-’93 ci rimane ottenendo un gratificante quinto posto finale, fallendo d’un soffio i play - off promozione.

La ILG ALCAMO (Basket Alcamo), invece, sotto la guida del prof. Lino Scalzo, disputa bellissimi campionati in serie B, fallendo ogni anno la promozione in serie A-2 d’un soffio. Tra le giocatrici che si mettono più in evidenza in questo periodo ricordiamo Magaddino, Garuccio, Adamo, Cristina Montalto, Deborah Liotti, Danika Ferrara, Maria Grazia Raspanti, Maria Grazia Lauria, Noris Longhi e Gisella Accurso. Tutte ovviamente tesserate sia dalla Sicilgesso, sia dalla ILG Alcamo.

In questi anni bisogna pure dire, che sport come Tennis, Ciclismo, Automobilismo, Badminton, e Calcetto, hanno prodotto i loro bravi campioni. Per esempio nel tennis si mettono in luce Isidoro Dia, Pierangelo Pirrello, Maurizio Vesco, Francesco Blunda, ma soprattutto Giovanni Marchese, che ha scalato i vertici regionali e nazionali. In campo femminile vanno segnalate le giovanissime Adriana Ruisi, Maria Bina Alesi, Franca Lamia ed Assunta Calvaruso. Nel ciclismo i primi attori sono Dara, Longo e Paolo Piccolo. Nell’automobilismo ai vertici regionali e nazionali troviamo Antonello Cassarà, Salvatore Spinelli e Pierluigi Trupiano, il quale partecipa al motor-show di Bologna. Mentre nel calcetto emergono su tutti Claudio Stellino, Sergio Vesco, Damiano Galbo, Mario Lo Presti e Giuseppe Milito sicuramente il più bravo, e quello che maggiormente entusiasma la gente. Siamo nel 1994: un anno entusiasmante e storico per lo sport alcamese, infatti, arrivano successi da tutti gli sport e soprattutto ben otto formazioni fanno il loro salto di categoria nelle loro rispettive discipline.

Nel calcio l’ALCAMO grazie ad una stagione condotta con grande autorevolezza sia in campionato (ECCELLENZA - girone B), dove ottiene un gratificante secondo posto alle spalle del Canicattì, sia in COPPA ITALIA DILETTANTI (riservata alle squadre dell’ECCELLENZA), dove raggiunge la finalissima nazionale, purtroppo perduta col Civitavecchia, ma grazie a ciò la società alcamese otterrà la promozione nel campionato nazionale dilettanti. Va anche ricordato che i bianconeri hanno vinto la Coppa Italia regionale, battendo nella finalissima regionale di Caltanissetta, giovedì 24 marzo 1994, il Taormina per 2-0 con reti di Coraci e Castellano. Questa una delle formazioni - tipo protagonista della promozione: Messina, Lombardo, Coraci, Bambina, Napoli, Scurto, Fascella, Adragna, Impastato, Castellano e Bono, con in panchina il tecnico Paolo Mangiapane.

Nel basket femminile, ben tre ben tre formazioni fanno il loro salto di categoria, la Sicilgesso, dopo appena sette anni d’attività agonistica centra la sua quarta promozione acquisendo il diritto a disputare la Serie A-1, ovvero la massima serie nazionale, la ILG Alcamo raggiunge facilmente la promozione in Serie A-2, un giusto premio per il professore Scalzo per i suoi venticinque anni d’attività alla guida del Basket Alcamo, mentre la Belverde è promossa in serie B. Le ragazze della Sicilgesso dopo un inizio stentato (solo una vittoria con Foggia e quattro sconfitte con GSM Messina, Benevento, San Raffaele e Verga Palermo) alla sesta giornata hanno cominciato a trovare il bandolo della matassa, grazie ad un progressivo e graduale miglioramento della forma fisica e grazie soprattutto all’intesa raggiunta tra le "nuove" ed il "nucleo" storico, nonché al recupero delle numerose infortunate.

Così dopo le vittorie casalinghe contro la COR Roma e contro l’altra laziale Ostia, in territorio laziale e precisamente ad Anagni, il quintetto alcamese ha messo sul "tavolo da gioco" le proprie carte, andando a vincere sul parquet di una delle favoritissime ai primi posti in classifica: l’Anagni. La vittoria è stata sofferta ma meritata, in pratica la gara la si poteva vincere solo e soprattutto in difesa, e così è stato: aggressività, lavoro di gruppo, determinazione ed impegno (grande il lavoro della Urlando) hanno permesso alle alcamesi di bloccare le avversarie consentendo loro di realizzare solo 65 punti. Velocità frammista e sagacia tattica, invece, la principale caratteristica del gioco d’attacco, che è riuscito a produrre 75 punti, soprattutto grazie a Federica Piccinnini e Claudia Barzaghi. Anagni 65 - Sicilgesso 75: questo il risultato finale di un incontro in cui tutti, coach ed atlete hanno fatto la loro parte meritandosi gli applausi finale dello sportivissimo pubblico laziale. Seguiranno altre sette vittorie consecutive. Serie interrotta dal Gragnano alle tredicesima giornata. Le ragazze di Pollari si rifaranno con ben quattro successi di fila, il quale il più bello e sicuramente il più aspettato sarà quello di domenica 6 febbraio, nel derby con le palermitane del Verga. Questa vittoria ha una storia tutta a sé. 31 ottobre 1993, quinta di andata, le alcamesi scendono al Paladonbosco di Palermo con tre sconfitte sulle spalle e pur giocando una bella partita (viziata anche da qualche errore arbitrale) trovano il quarto stop. 6 febbraio 1994, la scena si ribalta. Il Verga scende al "Tre Santi" dopo quattro sconfitte consecutive e, pur giocando bene perde il derby. Dunque vendetta è fatta, e la Sicilgesso batte il Verga Palermo con un perentorio 70-59, cancellando la sconfitta dell’andata, grazie soprattutto ad una grande e stratosferica Claudia Barzaghi, autrice di ben 20 punti, top score della serata. E dire che il Verga è partito forte portandosi in vantaggio per 10 a 5. Poi le ragazze di Pollari superato l’impasse iniziale, cominciano a giocare, rimontano, pareggiano e passano a condurre, concludendo il primo tempo per 30 a 26. Nella ripresa le palermitane reagiscono, recuperano e viaggiano appaiate alle alcamesi fino a metà tempo, quando sul 41-41 con un break di 11-0 le biancoazzurre alcamesi chiudono in pratica l’incontro. Un break targato Claudia Barzaghi, capace di segnare dalla lunga distanza, da sotto canestro, dalla lunetta, insomma con tutto quello che un manuale del basket prescrive. Un’altra vittoria importante per la promozione risulterà quella con l’Ostia Mare. Al "Regina Pacis" di Ostia, le alcamesi danno invidiabile solidità con una difesa mobile ed aggressiva ed un dominio incontrastato sotto i tabelloni, grazie alle lunghe Collini ed Urlando, e poi alla solita Claudia Barzaghi ha sempre tenuto il campo con autorità, senza mai farsi raggiungere dall’Artemisia. I 16 punti di vantaggio del primo tempo (36-20) ed i 23 alla fine dell’incontro (80-57) dimostrano che il match non ha avuto storia. Sette giorni dopo un’altro big-match attenderà la Sicilgesso: quello con l’Anagni. Le laziali scendono nel pienissimo (1500 spettatori) parquet alcamese, per vendicare la cocente sconfitta dell’andata. Nello sport, come del resto nella vita, si sa non si possono fare i conti senza l’oste e nella fattispecie era doveroso confrontarsi con la grande voglia di vincere delle cestiste biancoazzurre, così invece non è stato e le laziali hanno cominciato l’incontro frastornate, sorprese, dando ampi segnali di sbandamento. Più che per demeriti delle ciociare, comunque, ma soprattutto per la grande forza d’urto e la concentrazione della Sicilgesso, in men che non si dica le alcamesi mettevano sotto le avversarie, che perdevano il confronto su diversi campi: a rimbalzo spadroneggiava Antonella Collini, in contropiede volavano Magaddino e Barzaghi, in penetrazione da sotto imperversava Cleide Urlando. I giochi sembravano fatti quando al termine della prima frazione di gara le alcamesi accumulavano 18 punti di vantaggio. In avvio di ripresa però, arrivava il black - out delle alcamesi, è ciò permetteva alle ciociare di recuperare punto a punto dando l’impressione di potere annullare il pesantissimo handicap accusato al termine del primo tempo. Gli ultimi minuti si facevano emozionanti e per fortuna che prima Liotti e poi Barzaghi indovinavano due "bombe" da tre chiudendo definitivamente l’incontro sul 67 a 65 per la Sicilgesso. Il 20 marzo 1994 la Sicilgesso battendo il Barialto conquistava la promozione in SERIE A-1, dopo un anno di sacrifici e di successi, scrivendo una bellissima pagina nello sport alcamese.

Tornando alla storia, anche il basket maschile nel 1994 regalerà tre promozioni alla città: Virtus Sisley Alcamo, cara a Salvatore Perricone, approda in serie C-2, mentre l’Olimpia e la Don Bosco, invece, fanno il loro ritorno in serie D. Per completezza di cronaca va detto che l’automobilismo ha regalato altrettanti successi ai colori alcamesi, infatti, il pilota alcamese Pierluigi Trupiano a bordo della sua clio Renault si è laureato Campione Provinciale assoluto, oltre a cogliere un buon ottavo posto nella classifica finale nella competizione nazionale rallistica della Coppa Renault.

1995: Sicilgesso nei play-off "scudetto"

Nel calcio si parte male. Dopo nove giornate i punti erano soltanto tre ed il futuro non lasciava presagire nulla di buono. Una classifica misera ed una squadra quasi allo deriva, l’Alcamo sembrava spacciato, esiliato all’ultimo posto in classifica del girone G dei DILETTANTI in compagnia del Bagheria. Tre punti raggranellati con fatica ad altrettanti pareggi e ben sei sconfitte.

Nove giornate in grigio, poi la svolta: la società esonera mister Borsellino e lo sostituisce con Giovanni Pecoraro, nel ruolo di giocatore - allenatore. Col nuovo allenatore la squadra prende fiducia nei propri mezzi, mostrando anche di sapere giocare bene. La decima giornata coincide con l’inizio della riscossa grazie al successo casalingo con il Latina. Una vittoria scaccia crisi, seguita da un’altra vittoria casalinga, con il Ceccano. Così ha inizio il cammino che porterà la squadra bianconera ad una dignitosissima salvezza. Per la cronaca alla fine del campionato l’Alcamo si ritroverà con 10 vittorie, 13 pareggi e 11 sconfitte, che portano la squadra alcamese a conquistare un gratificante sesto posto finale con 33 punti.

Ma è ancora una volta il basket femminile a capitalizzare l’interesse dei tifosi alcamesi, ed in particolare la SICILGESSO, impegnata nel massimo campionato cestistico femminile: Serie A/1 - "Poule A". Le ragazze di Pollari riescono addirittura nella storica impresa di centrare i play-off scudetto ed ottenere un bellissimo e storico ottavo posto finale, trascinate dalla americana Cinthya Cooper (miglior marcatrice del campionato con 820 punti). Non va neanche dimenticato che la Sicilgesso è stata capace di ottenere alcuni exploit come le vittorie a Vicenza, a Cesena, ed in casa nel derby contro il Priolo. Anche la ILG BASKET ALCAMO, impegnata nel campionato di Serie A-2, acquisisce i play-off Promozione, fallendo l’obbiettivo proprio all’ultima giornata. Negli altri sport buone performance delle squadre alcamesi, ad eccezione dei team di Pallavolo e Badminton, dove le rispettive squadre Polisportiva Nova e Polisportiva Valle del Lupo retrocedono, la prima in Serie D e la seconda in Serie B.

L’Alcamo vince la Coppa Italia Dilettanti

Diciassette aprile 1996, è forse il giorno più bello è più importante della storia calcistica alcamese, l’Alcamo conquista la COPPA ITALIA DILETTANTI. Un trionfo quasi annunciato quello della squadra alcamese dopo lo 0-0 in terra pugliese a Nardò. Stavolta sul terreno sabbioso del "Lelio Catella", la squadra di Giovanni Pecoraro s’è beata del sostegno del pubblico amico e dell’abitudine nell’affondare i tacchetti, il Nardò ha sofferto le pene dell’inferno per restare in equilibrio e quando è stata colpita ha reagito come un animale ferito, con rabbia ma senza costrutto. Ma era destino che la coppa prendesse il volo per brillare sopra Alcamo. Ma partiamo dall’inizio. I tifosi festeggiano con mortaretti, fiori e foto ricordo, e c’è perfino chi "polemizza" ed infatti uno striscione in gradinata recitava: "Per noi sportivi oggi è una festa, per voi amministratori invece è una vergogna..." forse riferendosi alle promesse mancate della giunta Ferrara.

Ore 16, gli uomini di Pecoraro partono a razzo, pressing a tutto campo, foga agonistica, insomma il Nardò è frastornato. La partita scivola via senza patemi d’animo eccessivi, quando al 32’ arriva la svolta, l’attaccante alcamese Fascella entra in area e s’impappina, il terzino pugliese Drivio lo tocca e la punta alcamese cade in terra: è rigore. Proteste, ammonizioni, Giovanni Pecoraro calcia ed è gol: la coppa è più vicina. Il Nardò si riorganizza, mette l’Alcamo in difficoltà e soprattutto sfiora il pareggio in più occasioni mettendo i brividi ai tifosi alcamesi che fremono, come ad esempio quando Marazza scheggia la traversa, ma fortunatamente è solo il canto del cigno, perché dopo Castellano raddoppia e negli ultimi minuti Giovanni Pecoraro ed Alberto Regina portano a quattro i gol del trionfo bianconero. Il risultato finale è Alcamo - Nardò 4-0, è il tripudio finale, la Coppa Viene issata al cielo, il rituale giro di campo, la folla (6000 spettatori) del "Catella" in piedi che scroscia applausi. Sembra proprio una favola... anche perché poi l’Alcamo conquisterà la SUPERCOPPA DILETTANTI, completando una magnifica stagione.

Vale la pena ricordare i 14 protagonisti di quell’impresa, ovvero Di Giuseppe, Arancio, Coraci, Pecoraro Luigi, Derna, Regina, Fascella, Scurto, Lo Bue, Pecoraro Giovanni, Castellano, Agliuzza, Lo Piccolo, Mangiapane ed infine Spadaro.

Oltre al calcio comunque il 1996 va ricordato anche per le gesta delle squadre cestistiche, e dal basket arriva la promozione della VIRTUS SICILGESSO ALCAMO in serie C-1 maschile. Momenti entusiasmanti invece li regala Lo SPORT CLUB DON RIZZO ALCAMO (ex Sicilgesso), impegnata nel campionato di Serie A-1 femminile, dove raggiunge il 6° posto finale, e nella competizione europea dove compie un autentico miracolo raggiungendo la finalissima della COPPA RONCHETTI.

1997: compie 10 anni la Scuola Calcio Adelkam

Alla fine degli anni ottanta ed agli inizi degli anni novanta, ad Alcamo è in fermento anche lo sport a livello giovanile, è senza dubbio l’artefice è la Scuola Calcio Adelkam, nata in seguito all’unione in una unica società delle gloriose scuole calcistiche giovanili alcamesi, ovvero, Gemini Alcamo, CAGC Alcamo, e Scuola Calcistica Alcamese.

La scuola regolarmente iscritta alla Federazione Italiana Gioco Calcio, in un decennio d’attività, ha promosso e realizzato un’intensa attività promozionale ed agonistica a livello provinciale, regionale, nazionale ed anche internazionale, realizzando e partecipando a circa 4-5 tornei all’anno (con numerose vittorie riportate) in Italia ed all’estero, tra cui giova ricordare "Città di Pula" (Cagliari), "Sliema Wandereres" (a Malta), "Trofeo Internazionale Città di Crotone", "Città di Atri" (Teramo), "Katowice" (Polonia), Sabadell (Spagna) e l’importantissimo "TROFEO COSTA GAIA", giunto alla sua decima edizione, che ha visto il debutto di numerosi mini-calciatori, italiani e stranieri, e fra tutti alcuni sono anche diventati importanti come Morfeo, Locatelli, Apolloni ed Inzaghi. Un torneo che si svolge nel hinterland alcamese e che trova sempre più ampi consensi all’interno della penisola e che è ben conosciuto anche all’estero, infatti, basti pensare che ogni anno i giovanissimi calciatori ospiti della Città di Alcamo e dei comuni limitrofe sono circa 1500 in rappresentanza di oltre 100 squadre, partecipanti al torneo e tra loro gli amici stranieri di Malta, Spagna, Ungheria ed Albania.

Il 1997 è comunque un anno da cancellare nella storia sportiva alcamese in quanto si registrano due amare retrocessioni, una riguarda l’Alcamo calcio che dopo tre anni di Dilettanti ritorna nel torneo d’Eccellenza, e l’altra riguarda lo Sport Club Alcamo (ex Don Rizzo) , che dopo le belle imprese fatte subisce l’onta della retrocessione dalla Serie A-1 alla Serie A-2 d’eccellenza, ma che le ristrutturazioni dei campionati femminili di basket riporteranno in Serie A-1. Gli anni futuri ovvero il biennio 98-99 riserverà ancora magre soddisfazioni, sia nel basket sia nel calcio, comunque vanno sottolineati due splendidi campionati dell’Alcamo calcio che sfiorerà per ben due volte il ritorno nei Dilettanti, per il resto solo onesti campionati delle squadre cestistiche

Siamo nel 2000 e l'Alcamo tanto per non smentirsi sfiora ancora una volta la promozione in Serie D, centrando per il terzo anno di fila il terzo posto in classifica nel girone A del campionato di Eccellenza, con una squadra giovanissima ma di ottima fattura, ma la buona notizia arriva dalla squadra parrocchiale dell'Auxilium che vince alla grande il suo campionato di terza categoria ed è promossa in II Categoria. Nel basket retrocedono tutte le nostre maggiori squadre sia maschili che femminili ...un annata veramente da dimenticare... La Polisportiva Club Alcamo, che militava nel massimo campionato di basket femminile, è retrocessa in serie A2 dopo sei anni di militanza in serie A1. La stagione era cominciata piuttosto bene, con 2 vittorie contro Alessandria e Vicenza. Dopo però solo problemi e sconfitte culminate con la retrocessione, nonostante la società abbia chiamato il coach Ranuzzi. La ILG di Lino Scalzo ha disputato un campionato deludente chiuso al penultimo posto e dunque con la retrocessione in serie B. Ma l'anno prossimo la squadra alcamese disputerà ancora la serie A2 avendo ottenuto il ripescaggio dopo la rinuncia del Bari a disputare il campionato A2 donne. Si è concluso con la retrocessione anche il campionato della Virtus in serie C1 maschile di basket, mentre vanno segnalate le affermazioni in campo giovanile della stessa Virtus Alcamo laureatasi campione regionale in diverse categorie: Cadetti, Allievi e Ragazzi. Mentre in campo femminile vittoria delle ragazze della Polisportiva Club Alcamo nel campionato regionale allieve.

2000: anni dei riscatti non proprio positivi

Gli anni del 2000 dovrebbero essere stati quelli del rilancio per lo sport alcamese, ma purtroppo non è così. Nel basket dopo si assiste ad uno dei momenti più brutti: lo Sport Club Alcamo retrocede dalla serie A2 alla B d’eccellenza e come se non bastasse scompare dal panorama cestistico. Si assiste però alla formazione di una nuova squadra, destinata a prendere il posto dell’ormai ex Sport Club e a riportare Alcamo in serie A1 femminile, questa nuova realtà si chiama Team del Golfo Alcamo sponsorizzata nel campionato di B d’eccellenza dalla Coas officine.

Nel  calcio l’Alcamo è sempre impelagato nel campionato di eccellenza e nonostante sia arrivato per l’ennesima volta ai play-off  non riesce a superare l’ultimo ostacolo, inoltre questo è l’anno della conquista della COPPA ITALIA dove in finale la squadra bianconera batte i gialloblu mazaresi del Mazara appunto grazie alla quale l’Alcamo continua il suo cammino a livello nazionale ( la cui vincita porta alla serie D) ma viene per l’ennesima volta bloccato ai quarti nazionali dal Ladispoli (squadra laziale) che gli infligge una pesante sconfitta, dopo che lo stesso Alcamo aveva eliminato la Silana  (calabria) agli ottavi. Ecco le immagini di gioia dopo la conquista della coppa italia.

            

La stagione successiva  (2003/04) vengono riconfermati i calciatori più importanti della squadra e arriva gente nuova del calibro di: Totò Tedesco, Giuseppe Rinaudo, Pippo Adelfio, Naccari e altri giovani già molto affermati nel panorama siciliano: Cuneo, Perricone, Iovino ecc. Allenatore Andrea Moceri che portò il Campobello di Mazara dalla terza categoria all’eccellenza in pochi anni e senza fare grandi investimenti economici, l’allenatore viene però esonerato dopo la partita persa nel decimo turno di campionato al “Paolo Marino” di Castelvetrano contro la Folgore (prima in quel punto di stagione), gli subentra Aiello allenatore ben preparato, che conosce bene le categorie e soprattutto vincente, ed è proprio questa la parola  che ci vorrebbe per questo nuovo Alcamo… la “corazzata” del campionato…