Ponziana Trieste

di Amedeo Morandini

26/12/2003

 

DALLE ORIGINI FINO A QUEL MITICO TITOLO TRICOLORE...

Ottantacinque anni di vita non sono pochi, nemmeno per un sodalizio sportivo. Quando poi la società in parola è una delle più antiche d’ltalia in assoluto, fra quante praticano la disciplina calcistica a livello dilettantistico, il traguardo è di quelli che vanno solennemente celebrati e adeguatamente premiati. Così sul glorioso labaro biancoceleste del Ponziana, su cui spicca lo scudetto tricolore conquistato nel 1960, e accanto alla Stella d’argento al Merito sportivo è stata appuntata anche quella d’oro, massimo riconoscimento insignito dal Coni.

Le origini nel 1912

Un gruppo di simpatizzanti biancocelesti per il gioco del calcio, disciplina sportiva che si diffonde a macchia d’olio in tutta Italia, è già in essere nel lontano 1908. L’allargarsi dell’interesse anche dalle nostre parti permette ai più intraprendenti del rione di S. Giacomo, spaziante da Servola ai cantieri, da Sottomaddalena a via Besenghi e in Ponziana, la costituzione ufficiale del sodalizio nel 1912, con prima sede in via S. Marco a Trieste. Ne sono soci fondatori i fratelli Giovanni e Giuseppe Stuparich, Clemente e Vittorio Poli, Orazio e Ovidio Paron e il futuro attore Roberto Ruan, in arte Roberto De Ro sè. Nei primi anni questi autentici pionieri della “pedata” non partecipano ancora alI’attività federale propriamente detta, disputando però un buon numero di incontri più o meno amichevoli contro squadre locali, dell’lstria e di Fiume, tra cui Black Star, Capodistria, Muggia, ecc. Durante il primo conflitto mondiale l’attività si riduce di molto, sino al 1918, quando si ricompone l’organico e prendono avvio i cosiddetti tornei “cittadini”. In quest’epoca si gioca sui campi dell’Adria, vicino alI’arsenale, a Roiano, sul terreno di viale Regina Elena (oggi viale Miramare), su quello dei Macelli (sì, proprio sull’area contestata dove dovrà sorgere il nuovo stadio!), gestito dalla Ginnastica Triestina, a Montebello, campo di gioco dell’Us Triestina, ma soprattutto sul campo delle caserme austriache di piazza Dalmazia.
Risale al 1915 la prima assemblea pubblica biancoceleste, che approva lo statuto sociale ed elegge Prez suo primo presidente. Per gli allenamenti si sfrutta uno spiazzo irregolare in via D’Alviano, attualmente occupato dalle Cooperative Operaie. Nel 1921 il Ponziana conclude la sua prima esperienza nel campionato di Prima categoria, guadagnando l’accesso alla Promozione e alla famosa Coppa Milano. In quest’anno hanno inizio i lavori per la costruzione del nuovo impianto in via Svevo, inaugurato a tempo di record, il 21 ottobre 1923.

Le prime affermazioni

L’ascesa della formazione triestina è folgorante. Nella stagione 1921/22 vince il campionato di promozione e sale in lll Divisione. Due anni dopo sale nella Divisione superiore, dalla quale spicca il volo per la I Divisione. È il momento di segnalare i valorosi componenti della rosa, che nella stagione 1926/27, alla guida dell’allenatore Retti, sfiora il titolo nazionale di categoria, soccombendo dopo la bellezza di cinque spareggi con il Monza, laureatosi campione d’ltalia. Sono, senza distinzione di ruolo, Rosso, Crismancich, Colussi, Rolli, Wilfing, Babich I e ll, Gherbez, Villini, De Manzano (passato poi alla Triestina e all’Ambrosiana - lnter), il grande portiere Clincon, Beer, Antonelli, Carzianca, Scher, per lunghi anni anni allenatore, Olenich, Ritrik, Ghersinich, Pitacco, Curto, Rossi, Gravisi I e II.

Ponzianini erranti

Colpo di scena alla vigilia del campionato 1928/29. Il regime impone la fusione con l’Edera (doveva esserci anche la Triestina!) e sorge così l’AsPE (Associazione sportiva Ponziana Edera), che gli autentici biancocelesti non gradiscono, ricominciando praticamente tutto daccapo con il nome di “Ponzianini erranti”. Mentre l’AsPE prosegue indipendentemente per la sua strada, la nuova società riparte dalla I Categoria, approdando nuovamente, nel 1931, alla I Divisione, campionato questo che può essere paragonato all’attuale serie B, comprendente fra le altre, le compagini di Padova, Mestre, Venezia, Pola e Fiume.
Già a quel tempo il vivaio biancoceleste sforna giocatori di talento, appetiti dalle grosse squadre nazionali. Dopo De Manzano, trovano fortuna altrove Gravisi I, Meneghetti, Babich I, Eliani (Fiorentina, Roma), Pitacco (Lecce), il portiere Pipan e altri ancora. In prima squadra si mettono in luce papà Cudicini, Scarpa e Jaksetich.

Ponziana in serie C

Nella stagione 1936/37 avviene una grossa ristrutturazione dei vari campionati. Il Ponziana, allenato da Scher e nelle cui file troviamo, prima di passare altrove, Memo Trevisan (ceduto poi alla Triestina), Covacich (al Vicenza) ed Eliani (alla Fiorentina), è inserito nella serie C. Nel 1940 la squadra rincalzi conquista il terzo posto assoluto nel campionato nazionale “ragazzi” con una rosa composta da Radin, Caproni, Raso, Gori, Sega, Paiaga, Tramarin, Padovan, Siega, Prisco, Biondi, Troiani e alle nata da Centis.

Nel campionato 1940/41 ad allenare la squadra in serie C è l’ungherese Plemich. È la stagione dell’abbondanza che precede gli anni bui della seconda guerra mondiale. Vestono la casacca dei “veltri” Scarpa, Capitanio, Dobrilla, Flumiani, Gasparini, Jaksetich, Ghersetti, Covacich, Svagelli, Gerin, Anselmi, Pascoli, Eliani, Colliva, Rudes, Bonetti, Braini, Comar, Fonda, Macor, Rigutti, Pagani, Scherlavai, Tarlao e Zago. I campionati si svolgono a stento fra mille difficoltà. Tuttavia il Ponziana li affronta competitivamente, conquistando un brillante quinto posto. Protagonisti sono Furlan, Ramani, Corbatto, Tramarin, Carlin, Scridelli, Giannini (passato poi alla Triestina), Braini, Covacich, Gerin, Jaksetich, Scapin, Tommasini, Siega, Savi, Chert, Esca e altri ancora.

Gli eventi bellici e la situazione politica ingarbugliata di Trieste e del suo territorio causano una dolorosa scissione della società. In contrapposizione alla Triestina che partecipa al campionato italiano, un blitz coinvolge un buon numero di giocatori, formando, con chiari intenti politici e approfittando della confusione del momento, una società chiamata Amatori Ponziana, che viene iscritta ‹ a detta di alcuni giocatori, a loro insaputa ‹ nel campionato jugoslavo.
“Ci hanno portato ‹ ricorda Alessandro Furlan ‹ a Postumia per la preparazione, poi per un’amichevole a Belgrado. Noi, all’oscuro di quanto succedeva a Trieste, solo in campo capimmo che si trattava di una partita del campionato jugoslavo”.

Nel 1944 i campionati sono sospesi. Si disputa un torneo, nel quale è inserito anche il Ponziana. A titolo di curiosità riportiamo la classifica finale relativa alla V zona: Ampelea punti 22, Triestina 19, Pro Gorizia 16, Monfalcone 14, S. Giusto e Udinese 13, Cormonese 8 e Ponziana 7. L’Ampelea di Isola accede alle semifinali dove è superato dal Venezia, a sua volta battuto dal Torino, vincitore del torneo.

Nel dopoguerra il rilancio

Dalla scissione dell’Amatori e dal tributo di gioventù pagato alla guerra il Ponziana risulta indebolito sensibilmente. Gli atleti che tornano alla società madre subiscono una squalifica di sei mesi. La squadra retrocede nella Promozione Interregionale. Ma nel 1950, con Piero Pasinati alla guida tecnica, il Ponziana ritorna in serie C, retrocedendo dopo due sole stagioni nella nuova quarta serie. Nella stagione 1953/54 inizia l’era di Carlo Lupo, che si affida a una schiera di giovani. Attorno agli esperti Covacich, Pecile, Furlan e Ramani, si inseriscono i vari Cudicini (che il grande Rocco vorrà al Milan, dopo aver difeso le porte di Udinese e Roma), Bisacchi, Antonaz, Zancolich, Vardabasso, Ferro, Renco, Giorgio Listuzzi (che sceglierà la strada del cinema), Ruzzier, Plesnik, Ponis, Cernecca, Mislei, Formularo ed Esposito.

Dopo una nuova retrocessione in Promozione, la stagione 1955/56 riserva due grosse soddisfazioni ai sostenitori ponzianini: il secondo posto al torneo internazionale del Quarnero, con i giovani biancocelesti battuti solo dal Vasas di Budapest in una finale che vede accorrere allo stadio Cantrida di Fiume 10.000 spettatori, quindi la promozione in IV serie della prima squadra, con Marino Covacich per la prima volta in panchina. Ai suoi ordini una rosa nuovamente imbottita di giovani: Fornasaro (portiere con una lunga serie di presenze in serie B e C) Ghersetich, Frontali, Cerqueni, Bubola, Bussani, Codiglia, Plesnik, Bronzi, Florio, Orlandi, Astolfi, Suplina, Sauer, Frisario, Ruan, Isersi, Jenco, Crusi, Petrucci, Caporal, Bastiani, Apostoli e Chermaz. Quasi seguendo il copione delle ultime stagioni il Ponziana regge la IV serle due soli campionati. Entra in scena un’altra sfornata di giovani fra i quali Carlo Covacich, Galeone (attuale allenatore del Pescara), Di Tommaso, Suard, Lenarduzzi, Corolli, Lupoli, Pescatori e Rossetti, di ritorno da Triestina e In ter.

Così arrivò uno scudetto...

Il Ponziana vince il campionato di Promozione due anni di seguito, rinunciando però, per motivi di natura economica, alla IV serie. Ma al termine della stagione 1959/60, arriva lo scudetto tricolore di campione d’ltalia dilettanti.
Nella fase regionale la squadra di Covacich supera la Cividalese (2-0; 3-3) e l’Edera (3-0; 2-1) nei doppi confronti. Nelle semifinali interregionali il S. Dona (4-2; 0-1) e il Desio (0-0; 4-1), conquistando il diritto alla fase nazionale, che si disputa a Rimini.
In semifinale il Ponziana supera nettamente il Novi Ligure. Finisce in parità, con una rete per parte la finalissima con la Scafatese, ma i triestini vengono favoriti dal sorteggio.
Così l’allenatore Marino Covacich ricorda quelI’incontro: “Meritavamo sicuramente di vincere il titolo sul campo poiché, dopo la nostra rete, li avevamo chiusi nella loro area, mancando di un soffio una caterva di ottime occasioni”. Questi i ponzianini, campioni d’ltalia: Cernivani, Suard, Bussani, Pescatori, Bova, Ruzzier, Tauceri, Gregori, Corolli, Venier, Lupoli, Cossutta, Petelin, Meden, Zamperlin, Brivitello, Jenco, Basaldella e Deni.

L’ultimo trentennio

Conquistato lo scudetto, la Federcalcio impone un nuovo rivoluzionamento dei campionati e il Ponziana, dopo la rinuncia dalla quarta serie, si ritrova in Prima categoria. Vi rimane sino alla stagione 1966/67 quando riguadagna il suo posto in quarta serie. Ancora giovani alla ribalta prima del grande salto. Rispondono ai nomi di Cotterle, Farina, Forti, Marzari, Carone, Riccobon, Del Bene, Norbedo, Monticolo (che finirà alla Triestina, dopo aver militato con Sampdoria e Udinese), Bravin, Nicoli, Curci (poi al Milan e alla Samp), Barnaba, Primi, Simonetti, Sorrentino, Sluga, Bon, i fratelli Gerin, Richetti, Zulich, Proietti e Rebulla. La rosa della nuova promozione si compone invece di Dapas, Giannella, Gerin F., Suard, De Grassi, Kodrich, Norbedo, Covacich G., Chiodini, Ruan, Catania, Kirchmeyer, Furlani, Ravalico e Curci.

L’anno seguente, nonostante alcuni importanti rinforzi, Dambrosi, Princich, Frontali, Milcenich, Marzari, Verzegnassi, Baudaz, Verbacci, Framalico e l’innesto di Ferrini ll (il fratello maggiore aveva già spiccato il volo verso Torino), il Ponziana incappa in un campionato disastroso, culminato con la retrocessione. Nella stagione 1967/68 arrivano Bigotto, Abrami, Favento, Flora, Ulcigrai, Cottugno e Rossetti, ma la promozione giunge solo nel campionato seguente. La gioia è di breve durata. La ricaduta in Prima inevitabile. La squadra viene affidata a Luciano Cernivani, affiancato da Marino Covacich quale direttore tecnico. Toppan, Zappador, Castellano, Sega, Bembo W., Kodrich, Lenardon, Purini, De Cecco, Gerin F., Corsi, Gerin G., Cotterle, Prim, Campari, Campion, Covacich, Ruan, Ceccoliv e Meiacco gli uomini che riportano il Ponziana in Promozione nel campionato 1971/72. L’entusiasmo, I’ottima intelaiatura, consentono al nuovo allenatore Vittorio Russo l’immediato salto in serie D. Fanno parte della formazione vittoriosa del 1973/74 anche Tricarico, Di Benedetto, Saule, Ravalico, Braida, Jannuzzi e Canazza.

Dai Venier a Ventura

Si chiude l’era della presidenza dei fratelli Antonio e Nello Venier, che durava sin dall’immediato dopoguerra. Il successore è il vulcanico e ambizioso Antonio Ventura, che culla l’idea di fare del Ponziana la prima compagine cittadina. È I’anno delle famose stracittadine con la Triestina, che portano al record d’affluenza di spettatori allo stadio Grezar. Ma al di là dei propositi di gloria del presidente che si dissolveranno alle prime difficoltà, la squadra affidata ancora a Russo si piazza al quarto posto, con diritto a partecipare alla Coppa Italia riservata ai semiprofessionisti. Questi i giocatori impiegati nel corso dell’esaltante stagione: Magris, Cattonar, Cirello, Gerin G., Gerin F., Ravalico, Del Piccolo, Tricarico, Jannuzzi, Dalle Crode, Miorandi, Bembo W., Zadel, Trentin, Vidonis, Momesso, Lenardon e Meiacco.

I nodi vengono al pettine e il Ponziana retrocede nel campionato seguente (1976/77) e in quello successivo. Ancora due campionati contraddittori, caratterizzati dalla solita promozione, seguita da retrocessione.

L’era di Zagaria

La società cambia però i suoi vertici dirigenziali. Alla presidenza è chiamato Francesco Zagaria e il Ponziana rinsalda la forza del settore giovanile con il ritorno all’ovile di Francesco Gherlizza, che con i suoi collaboratori aveva salvaguardato il vivaio, nell’era Ventura, fondando la “Ponzianina”. Alla guida tecnica della prima squadra, intanto, Claudio Cattonar succede a Francesco Molinari. Nella stagione 1979/80 il Ponziana riguadagna il suo posto nel torneo di Promozione, aggiudicandosi con una rete di Meiacco lo spareggio con il Doria a S. Giorgio di Nogaro. Sono protagonisti di quest’ultimo exploit Coronica, Riosa, Vecchiet, Bembo M., Bembo W., Doria, Maranzina, Gerin G., Ravalico, Budicin, Starc, Meiacco, Martincich, Verdecchia, Vivoda, Rados, Colautti e Depase. Nel corso della stagione 1982/83 I’undici biancoceleste lascia ancora il massimo torneo dilettantistico: in Prima categoria, da allora comunque non lesina energie per recuperare il suo posto